È proprio vero che chi scrive fa solo metà del lavoro, l'altra metà la fa chi legge.
Sentir leggere ad altri qualche mia pagina è sempre interessante. Mi sorprendo di come a volte l'intonazione di chi legge scivoli via, quasi con indifferenza, su passaggi per me fondamentali, senza che la narrazione ne risenta, anzi.
Altre volte invece chi legge va a sottolineare altri passaggi per me secondari, facendomeli scoprire - a me che li ho scritti! - meno anonimi di quanto immaginassi.
Poi ci sono lettori speciali, tipo Sandro Fioravanti, speaker radiofonico della Rai che per la trasmissione Plot Machine di Radio1 ha letto il mio racconto "Lo zingaro" con una maestria tale da farmi dubitare se davvero avessi scritto proprio io parole tanto belle.
In coda alla lettura del racconto la mia chiacchierata al telefono con Vito Cioce, conduttore del programma Plot Machine, andata in onda nella puntata del 22 giugno 2019.
Lo Zingaro
"Nella stanza della nonna c'è un armadietto, e dentro l’armadietto c'è un pezzo di pelle spesso e coriaceo, con ciuffi di ispidi peli rossicci. Su un cartoncino sta scritto "pelle di brontosauro".
L'incipit mi piace:
«Prendo questo!»
«Stavolta dove vai zingaro?»
«In Patagonia, con Bruce!»
Torno alla cella. La divido con un inglese. Lui non mi chiama zingaro ma con il numero di matricola, 32B3, three-two-B-three. Mi piace, suona free to be free, libero di essere libero di viaggiare nelle pagine di un libro.
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