domenica 9 agosto 2020

Una città o l'altra

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È curioso come a volte rileggere un libro porti a rivalutarlo. Durante il lockdown mi sono riletto Una Città o l'Altra, di Bill Bryson, libro acquistato e letto la prima volta minimo dieci anni fa.

Allora non mi entusiasmò. Trovai Bryson spocchioso e poco interessante. Mi infastidì quel suo voler essere spiritoso a tutti costi. Quel suo sarcasmo british lo trovai forzato, una ricerca spasmodica di luoghi e situazioni da criticare a tutti i costi.


Riletto oggi, a dieci anni o più di distanza, mi ha conquistato. Parla dei paesi europei con distacco e disincanto, racconta un'Europa non con lo sguardo del cronista viaggiatore (quello che oggi chiameremmo travelblogger), ma la racconta attraverso lo sgurdo del turista attento che se va in Francia può anche andare a vedere la Monnalisa e la Tour Eifel, ma non perde di vista tutto il resto. Il libro è sempre quello quindi sono io ad essere cambiato. Bill Bryson è uno tra i più importanti autori di narrativa di viaggio contemporanei, ogni suo libro è un best seller. Ho perso quindi il mio spirito critico e mi sono omologato ai gusti della massa? Non credo. Mi piace pensare di essermi evoluto come lettore. Mi piace credere che potrei evolvere come scrittore.

Per cominciare mi sono comprato anche In un Paese Bruciato dal Sole e UnaPasseggiata nei Boschi (quest'ultimo lo porterò con me in Valsesia tra qualche giorno).

Il suo America Perduta sarà invece il mio prossimo acquisto.