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Photo Courtesy: CITY LIGHTS Instagram |
“... attraversando Kearny Street si lascia Chinatown e si entra nel quartiere di North Beach, ovvero la Little Italy di San Francisco. Un distretto vivace e vitale, come tutte le zone dove è forte la presenza di immigrati provenienti dal Bel Paese. Cuore del quartiere è l'incrocio tra la Columbus e la Broadway. Sugli edifici spiccano le insegne di diversi locali notturni, alcuni sexy, altri dove si suona jazz dal vivo. Qualche insegna ammicca allo stereotipo italia-gangster-mafia, altre sono solo caratteristiche ed evocative, tipo quella del Caffè Vesuvio, un piccolo locale che resta un po' in disparte. Questo bar era il punto di ristoro prediletto dei tanti illustri frequentatori della storica libreria che gli sta accanto, la mitica “CITY LIGHTS – Booksellers & Publishers”, come riporta la lunga insegna appesa al muro sopra le vetrine. Non appena ci ho messo dentro il naso, più che in un negozio ho provato la sensazione di entrare in una casa accogliente e incasinata, piena di libri, di scaffali e di strani cartelli. Una casa dove si sta bene, dove è piacevole curiosare anche se magari, come me, si fatica anche solo a tradurre i titoli in copertina. City Lights è una libreria libera e indipendente come dovrebbero essere tutte le librerie, e di questa indipendenza ha fatto la sua forza. Per me una libreria non è solo un negozio che vende libri, è un volano culturale dove si promuove la lettura e il libraio indipendente è una sorta di Don Chisciotte, un pazzo votato al martirio che svolge il suo commercio in una condizione di inferiorità (commerciale, non certo culturale) rispetto alla concorrenza delle grandi catene. City Lights è un caso emblematico: Lawrence Ferlinghetti, poeta, artista, letterato nonché imprenditore che di City Lights è il fondatore, ne è l'esempio. Nella sua veste di editore - City Lights è anche una casa editrice - finì dietro le sbarre a causa dei temi controversi delle sue libere pubblicazioni. Se nel '68 i figli dei fiori sono spuntati a mazzi per poi crescere rigogliosi nelle strade di Ashbury Haight, è stato nel quartiere di North Beach, tra gli scaffali di City Lights, che sul finire degli anni '50 il seme della beat generation – la generazione beata - ha messo radici profonde germogliate in virgulti ispirati, diventati gli autori di riferimento di quel pacifico movimento rivoluzionario. Un nome su tutti: Jack Kerouac.
L'autore di On The Road, scrittore beat per antonomasia, oltre ad essere un habituè del Caffè Vesuvio era di casa, nel vero senso della parola, tra questi scaffali e parla di questa libreria nel suo romanzo autobiografico Big Sur. Che non si tratti di una libreria come tante lo certifica il conferimento del Landmark Status, grazie al quale non solo il negozio, ma tutto l'edifico e i suoi immediati dintorni, resteranno inalterati nel tempo, una cosa buona e giusta. City Lights per come intendo le cose io non è una libreria ma è LA libreria. Gironzolo curioso per il negozio beandomi della serenità che si respira tra questi scaffali. In una stanza al piano di sopra, baciata dal sole che entra prepotente dalla finestra c'è una vecchia sedia a dondolo di legno scuro, stile farwest. Al muro è appeso un cartello scritto a mano, uno dei tanti sparsi in giro per il negozio, con un invito: Have a Seat + Read a Book. Su questa stessa sedia forse ci si è seduto proprio Kerouac per rileggere le bozze di qualche suo scritto e ora ci sono seduto sopra io. Prendo dalla borsa il quadernetto su cui ho preso appunti durante il viaggio e rileggo dei miei primi giorni a New York, della follia di Time Square, del caldo porco che faceva e della quiete passeggiando in Central Park. Della lavata presa sul battello a Niagara Falls. Dell'emporio degli Amish, e poi di Washington, con il simpatico Mr Adams. Del Lincoln Memorial e della distesa di lapidi al cimitero di Arlington. Di Los Angeles, dell'incanto del tramonto a Venice Beach e degli incredibili Universal Studios. L'Arizona e il suo deserto. Il selvaggio west del Grand Canyon e della Monument Valley. Lo scostante Fred e quella sua fantozziana cena da cowboy! Che ridere! E poi Las Vegas con i suoi eccessi, fino a questi ultimi giorni vagabondi per le strade di San Francisco. Okay, basta, sono felice. Questa bella libreria mi sembra il luogo perfetto dove concludere questo mio viaggio.
Esco da City Lights e come vedo spuntare un'auto gialla nel traffico di Columbus Avenue scendo dal marciapiede e alzo il braccio..."
Esco da City Lights e come vedo spuntare un'auto gialla nel traffico di Columbus Avenue scendo dal marciapiede e alzo il braccio..."
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City Lights è stata il capolinea del mio viaggio in America di qualche anno fa, la East e la West Coast viaggiate a bordo di autobus turistici. Questo brano è parte del manoscritto in cui narro di quel viaggio, una storia su cui sto lavorando per cercare di farla diventare un libro. Lo dedico idealmente alla memoria di Lawrence Ferlinghetti, che si è spento ieri all'età di 101 anni.