mercoledì 30 dicembre 2020

Attenzione! Truffa online!

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Questa cosa mi era già stata segnalata tempo fa ed era stata presentata denuncia online alla Polizia Postale. A quanto pare - come tutte le truffe online - la cosa è difficile da debellare. A chi mi segue sui Social o anche a chi magari ha messo solo qualche like a ciò che pubblico, può capitare - una volta che il Grande Fratello ha registrato i nostri gusti e preferenze - di ricevere una mail spam che offre la possibilità di scaricare il mio libro in eBook o in PDF... che però in digitale non esiste in quanto pubblicato unicamente in edizione cartacea. Non cascateci, è una truffa. L'offerta in apparenza è irresistibile: viene chiesto di pagare una cifra irrisoria con la promessa di poter scaricare oltre al mio libro tanti altri. Se mettete i dati della vs carta di credito se vi va bene vi trovate abbonati a qualche sito di porno in live streaming, se vi va male ci sarà qualcuno che farà shopping online e poi il conto lo manda a voi. Quindi occhi aperti e antenne dritte e se non l'avete ancora fatto Dove il Mondo Finisce in carta e inchiostro potete acquistarlo in libreria o direttamente dal sito del mio editore Alpine Studio.



venerdì 11 dicembre 2020

Caro Babbo Natale, pensavo una cosa...

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Caro Babbo Natale, pensavo una cosa... su Facebook, tra contatti virtuali e persone che conosco per davvero ho quasi un migliaio di amicizie: se la metà di questi – ma anche solo un terzo - per Natale acquistasse il mio libro non sarebbe una cosa fantastica? Potrebbe esserlo per tanti motivi, e per spiegartelo faccio mie le parole di Michele Marziani, un bravo scrittore che mi fregio di conoscere (lo trovate citato tra quanti ringrazio in fondo al mio libro: se tutt'oggi persisto nello scrivere buona parte della responsabilità è sua). Nell'ultima newsletter inviata ai suoi lettori descrive molto bene le difficoltà vissute da tanti autori in questi mesi: “...niente possibilità di presentare i libri in giro, fondamentale per chi pubblica con piccoli editori e quindi non svetta nelle pile di volumi vicini alla cassa e nei suoi lavori non si inciampa per sbaglio (…). Gli editori – e ovviamente non solo loro – guardano al futuro con una certa apprensione. Gli autori, soprattutto i piccoli, i non troppo famosi, sono l’ultimo anello di un percorso in difficoltà.” 

Di norma non ci si pensa, ma acquistare un libro significa molto più che comprare un po' di buon tempo da passare con noi stessi, che di per se comunque non è poca cosa. Marziani scrive ancora: “... se acquistate un libro permetterete all’editore di stamparne altri, al libraio di venderli, agli editor, ai magazzinieri e agli illustratori di copertine di arrivare a fine mese (…). In più a voi resta il libro, la storia, il motivo per cui tutto questo accade.”. Le motivazioni di Marziani sono decisamente più nobili e concrete delle mie (lui da qualche anno si dedica esclusivamente alla scrittura e campa di ciò che scrive), la sua newsletter è molto bella e la potete leggere cliccando QUI, ma per farla breve, sarebbe davvero fantastico se anche solo un quarto di questi miei amici-follower decidesse di regalare o di regalarsi il mio libro. Dopo essermi trovato a ragionare col mio editore su come gestire i resi fatti dei librai nell'immediato post lockdown lo mettereste nella condizione di dover addirittura prendere in considerazione di procedere a una ristampa e questo per me, visti tempi, sarebbe davvero una gran regalo di Natale.


Caro Babbo Natale, i vari DPCM quest'anno complicheranno non poco il tuo lavoro di consegne, mi permetto quindi di suggerirti due valide alternative: la prima è quella di acquistare il mio libro direttamente dal sito del mio editore, per ogni volume acquistato nel periodo natalizio un goloso omaggio, una tavoletta di cioccolata ICAM. Altra opzione: almeno sotto le feste non oberare di lavoro le note piattaforme di acquisti online che si sono già arricchite fin troppo negli ultimi tempi. Aiuta invece le piccole librerie indipendenti che hanno dato vita a LIBRI DA ASPORTO, una bellissima realtà per acquistare online i libri direttamente dalla libreria che più ti piace.
p.s.: compralo subito! compralo oggi! Con le tempistiche del servizio postale a farlo tra qualche giorno non faresti in tempo a metterlo sotto l'albero per la vigilia. 


martedì 8 dicembre 2020

Pallottole e caffè

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Quarant'anni fa oggi sparavano a John Lennon. Ad ucciderlo fu un suo fan. Io il fan più aggressivo incontrato fino ad oggi fu un tale, anche gentile, che  volle a tutti i costi pagarmi un caffè. Ero in viaggio in autostrada, mi  fermai in Autogrill e quel tale mi riconobbe un anno dopo aver assistito a  una mia presentazione. Mi fece i complimenti di rito e mi confessò che  quella volta non trovò il coraggio di avvicinarmi e poi si pentì di non  avermi fatto firmare il libro. Io il caffè l'avevo appena preso, provai a declinare ma non volle sentire ragioni. Un'insistenza fuori luogo la sua,  alla fine accettai quel caffè ma la cosa un po' mi innervosì, sarà stata la  troppa caffeina.

Strawberry Fields - John Lennon Memorial
Central Park - NYC (Agosto 2016)

J.D. Salinger diceva che i libri che gli piacevano di più erano quelli che  ogni tanto lo facevano un po' ridere, ma quelli che lo lasciavano proprio  senza fiato erano quelli che una volta finito di leggerli avresti voluto che  l'autore fosse un tuo amico, per poterlo chiamare al telefono ogni volta che  ti girava (predicava bene ma razzolava male: dopo l'enorme successo de Il  Giovane Holden per tenersi alla larga dai suoi fan si trasferì in una  casetta sperduta nei boschi del New Hampshire, e guai ad avvicinalo).

A me invece stupisce sempre quando uno sconosciuto dopo avermi letto si prende la briga di venire a cercarmi (online) per dirmi bravo, a volte addirittura dirmi grazie.



giovedì 26 novembre 2020

Carburante per l'anima.

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C'è stato un periodo in cui avevo la fissa di fare una foto ogni volta che mi fermavo a far benzina...

"Poche cose sanno farmi rendere conto di essere in viaggio con la stessa efficacia un rifornimento di carburante. Ogni pieno è un passo in avanti, scandito da un'inflessione dialettale immediatamente percepibile. Vespa + bagagli = forestiero, e ogni pieno una chiacchierata. Un rubizzo bergamasco che sa essere tanto rude quanto incomprensibile, un veronese che pare non essersi ancora deciso se essere già veneto o ancora lombardo e poi un veneto, tanto veneto che oltre alla benzina mi fa anche un pieno di bestemmie, tanto naturali e spontanee che non darebbero noia nemmeno a un sacerdote. In Trentino una tipa tanto entusiasta da darmi l'idea che quel giorno avesse aperto solo perché sarei passato io. Sono ancora in patria ma già mi sento chiedere qualcosa tipo:"wohin gehört es zum fespa?" da un addetto che forse si sente italiano per sbaglio. Sconfinando la percezione dei dialetti si perde ma, paese che vai procedure di rifornimento che trovi! "Lui fais-je le plein ?" o qualcosa di simile, sempre ammesso di riuscire a trovare un distributore in Francia, nascosto nel parcheggio di qualche centro commerciale. In altre terre è facile inventarmi un "benzina, gracias!" certo tanto di essere compreso quanto di non riuscire ad andarmene prima che l'addetto alla pompa abbia finito di togliersi ogni curiosità su chi sono, da dove vengo e dove sto andando (riguardo il discorso "anch'io avevo una Vespa..." non sto neanche a dirlo: mi è capitato da Sterzing a Capo Passero, dagli Appennini alle Ande). Le Ande! ricordi di esotici rifornimenti dove il benzinaio una volta è un'arzillo omino barbuto dall'età indefinibile e un'altra una bimba che ancora non ha finito le elementari (sempre ammesso che vada a scuola, perché dove abita lei non c'è null'altro oltre alla gasolinera). Infinite pagine sfogliate come litri e litri di idrocarburi sversati nel serbatoio dei ricordi.

#DoveilMondoFinisce

www.doveilmondofinisce.tk



martedì 24 novembre 2020

Pagine & Pagine #15

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"Vero, non scrivo mai in termini politici: la gente vuole intrattenimento, storie, non prediche."


Condivido il pensiero di John Grisham, ci sta che la narrativa sia anche impegnata ma credo non si debba mai perdere di vista lo scopo finale: far evadere chi ci legge, divertirlo. Fargli passare del buon tempo. Strappargli un sorriso se ci si riesce, anche se non è per niente facile.

Arrivare anche a farlo riflettere, senza però salire in cattedra o peggio, farlo sentire in colpa.




domenica 30 agosto 2020

Una passeggiata nei boschi

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I libri che ti portano in posti speciali meritano un segnalibro speciale 😜... con Gulliver "sull'Appalachian Trail"...

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Mi ero fatto tutto un film riguardo a questa estate, avevo tenuto in serbo la lettura di questo libro per godermelo nel corso di una settimana di villeggiatura in Valsesia, per tutta una serie di circostanze è andata a finire diversamente, ma "Una passeggiata nei boschi" di #billbryson è una vera e propria "lettura d'evasione"!

#appalachiantrail #valsesia #travelbook #cosedalettori #leggere





domenica 9 agosto 2020

Una città o l'altra

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È curioso come a volte rileggere un libro porti a rivalutarlo. Durante il lockdown mi sono riletto Una Città o l'Altra, di Bill Bryson, libro acquistato e letto la prima volta minimo dieci anni fa.

Allora non mi entusiasmò. Trovai Bryson spocchioso e poco interessante. Mi infastidì quel suo voler essere spiritoso a tutti costi. Quel suo sarcasmo british lo trovai forzato, una ricerca spasmodica di luoghi e situazioni da criticare a tutti i costi.


Riletto oggi, a dieci anni o più di distanza, mi ha conquistato. Parla dei paesi europei con distacco e disincanto, racconta un'Europa non con lo sguardo del cronista viaggiatore (quello che oggi chiameremmo travelblogger), ma la racconta attraverso lo sgurdo del turista attento che se va in Francia può anche andare a vedere la Monnalisa e la Tour Eifel, ma non perde di vista tutto il resto. Il libro è sempre quello quindi sono io ad essere cambiato. Bill Bryson è uno tra i più importanti autori di narrativa di viaggio contemporanei, ogni suo libro è un best seller. Ho perso quindi il mio spirito critico e mi sono omologato ai gusti della massa? Non credo. Mi piace pensare di essermi evoluto come lettore. Mi piace credere che potrei evolvere come scrittore.

Per cominciare mi sono comprato anche In un Paese Bruciato dal Sole e UnaPasseggiata nei Boschi (quest'ultimo lo porterò con me in Valsesia tra qualche giorno).

Il suo America Perduta sarà invece il mio prossimo acquisto.


giovedì 16 aprile 2020

Da Rio Mayo al Patagonia Express

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Diverso tempo fa mi ha scritto una mia lettrice, una signora italiana che mi ha raccontato di aver vissuto in Argentina proprio negli anni terribili della dittatura militare.
Risiedeva a Rio Mayo, un piccolo pueblo nel cuore della Patagonia profonda, dove ha lavorato come insegnante nella scuola locale. Nella sua mail mi chiese se avessi letto il libro Patagonia Express. Non l'avevo ancora fatto e il suo invito fu lo stimolo per colmare la lacuna. Ho così scoperto che nel mio passaggio da Rio Mayo senza saperlo ho soggiornato nello stesso albergo in cui soggiornò Sepulveda. Mi sono compiaciuto nello scoprire che le mie sensazioni sulla "grandezza" di vari aspetti della vita in Patagonia erano le medesime del grande scrittore, dalla vastità degli spazi all'abbondanza delle razioni di cibo e bevande, alla stravaganza dei personaggi che scelgono la Patagonia come meta. Ma i più poetici e stravaganti sono quelli che in Patagonia senza averlo scelto ci nascono e ci vivono, e nonostante le difficoltà non sanno pensare a un luogo migliore dove trascorrere la loro esistenza, così era per Luis Sepulveda, scrittore cileno che per lunghi anni fu costretto a vivere altrove da esiliato, senza poter tornare nella sua patria.

Luis Sepulveda, morto oggi a 70 anni a causa del Coronavirus.


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lunedì 23 marzo 2020

Il giro del mondo a 80 all'ora

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“Che cos'è l'impossibile? Impossibile è un concetto relativo: una cosa viene considerata impossibile fino a quando non arriva qualcuno, magari un pazzo o un deficiente, che ci prova e ci riesce. Da quel momento quella cosa smette di essere impossibile.”

Leggi la recensione completa su CHILOMETRI DI PAROLE IN VESPA

Clicca QUI



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sabato 29 febbraio 2020

Un anno in Barcastop

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“Solo tra mare e cielo, cielo e mare, è lì che capisci quanto sei stronzo.”
(Alberto Sordi, ne “I nuovi mostri”)

Parafrasando Woody Allen il sottotitolo di questo libro potrebbe essere: “tutto quello che avreste voluto sapere sul barcastop (e magari avreste anche osato chiedere), ma che nessuno ha mai osato raccontare”. A colmare la lacuna ci ha pensato Erica Giopp, che in quanto a osare si rivela non essere seconda a nessuno. Osa nel mollare affetti e lavoro per ritagliarsi il tempo necessario a vivere il suo sogno. Osa nell'affrontare le traversate oceaniche e per farlo osa nel candidarsi a far parte delle ciurme più improbabili, ma soprattutto, senza saper cucinare, osa nel proporsi a queste ciurme come cuoca di bordo. Anche di vela e navigazione non è che ne sappia gran che, d'altra parte Erica è una montanara “... sono nata in salita, pochissime discese a Pieve di Cadore, (…) Le montagne le scalo da quando sono piccola, è il mare che mi manca, è l'orizzonte acqueo quello che voglio raggiungere, è l'ampiezza dello sguardo che voglio aumentare finché sono giovane, finché ho l'energia.”.

Un anno in Barcastop è rimasto sul mio comodino, in cima alla fatidica pila, per un bel po'. Aspettavo di essere nello spirito giusto prima di imbarcarmi, è proprio il caso di dirlo, nella sua lettura. Non so spiegarlo, certi libri li fiuto a pelle... intuivo che mi sarebbe piaciuto un casino e rimandavo, perché ci sono libri che a fine lettura ti fanno sentire in qualche modo naufrago, termine appropriato visto il contesto, e non mi sbagliavo. I libri a volte hanno bisogno di qualche pagina di rodaggio prima che la lettura salpi con il vento in poppa ma non è questo il caso. Superata la breve introduzione, una sorta di bugiardino con le avvertenze da tener presenti prima di immergersi nella lettura, sono bastate poche pagine per simpatizzare con l'autrice per la sua ironia nel raccontare e nel descriversi: “... ho questo fisico da lanciatrice di coriandoli (…) e il viso tondo da testimonial della Loacker...”.

Diversamente dalle aspettative Erica scopre che il barcastoppista per sua natura è un navigatore tanto determinato quanto improbabile “...di un'imperfezione quasi imbarazzante, spesso ha la pancia, le rughe o la cellulite, raramente è in forma e occasionalmente in carriera.”, e lei non fa eccezione.
Ma questa è solo l'apparenza, ciascuno ha le sue motivazioni per partire (c'è un divertente capitolo dedicato che ironizza su questo), e senza una forte determinazione non sarebbe possibile vivere con il sorriso i disagi e la fatica della vita di bordo.



Quando si naviga per settimane non serve essere degli eremiti naviganti alla Soldini per sentirsi comunque soli nonostante si viva h24 a contatto di gomito con tanti altri che ci erano sconosciuti fino a poco prima, tutti stretti in pochi metri: “Serge si fumava l'ultima sigaretta, segnava qualche parola nuova, mi dava una pacca sulla coscia e se ne andava, e se non mi dava questa pacchetta ci rimanevo male (…) La pacca sulla coscia, durante la navigazione dalla Nuova Caledonia all'Indonesia, era per me vitale. Senza scherzare, era l'unico contatto fisico che permettevo dopo mesi di navigazione e mi rendeva felice quel piccolo gesto, neanche fosse stato un abbraccio collettivo da parte di tutto l'equipaggio. La carestia, Ladies and Gentleman, quella vera.”.

Si ride e si scherza in queste pagine, non che Erica non si prenda troppo sul serio - o forse sì – ma la sua scrittura, schietta e diretta, ti parla con la sincerità senza filtri di un marinaio a volte ubriaco ma che non perde la sua lucidità, e per trovare la profondità delle sue parole e di questa sua esperienza non serve andare a leggere troppo tra le righe: “...con un viaggio in barcastop non si ritrova se stessi e non si risolvono i problemi. I problemi lasciati in sospeso alla partenza aspettano al varco al ritorno... (…) E un anno dopo, una volta rientrata, c'era una nuova domanda ad aspettarmi: sei cambiata?”

Non spoilero un bel niente se vi dico SNBGR, sappiate solo che il capitolo che porta questo titolo vale da solo il prezzo del biglietto che si paga al libraio per imbarcarsi nella lettura di questo libro.
“Durante le traversate succede che il mare, bastardo, tira fuori il meglio e il peggio di noi: e non ci sono costumi interi, cerate, mute in neoprene a coprirci, chi è speciale lo si becca subito.”.

UN ANNO IN BARCASTOP
Erica Giopp
Alpine Studio