giovedì 16 aprile 2020

Da Rio Mayo al Patagonia Express

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Diverso tempo fa mi ha scritto una mia lettrice, una signora italiana che mi ha raccontato di aver vissuto in Argentina proprio negli anni terribili della dittatura militare.
Risiedeva a Rio Mayo, un piccolo pueblo nel cuore della Patagonia profonda, dove ha lavorato come insegnante nella scuola locale. Nella sua mail mi chiese se avessi letto il libro Patagonia Express. Non l'avevo ancora fatto e il suo invito fu lo stimolo per colmare la lacuna. Ho così scoperto che nel mio passaggio da Rio Mayo senza saperlo ho soggiornato nello stesso albergo in cui soggiornò Sepulveda. Mi sono compiaciuto nello scoprire che le mie sensazioni sulla "grandezza" di vari aspetti della vita in Patagonia erano le medesime del grande scrittore, dalla vastità degli spazi all'abbondanza delle razioni di cibo e bevande, alla stravaganza dei personaggi che scelgono la Patagonia come meta. Ma i più poetici e stravaganti sono quelli che in Patagonia senza averlo scelto ci nascono e ci vivono, e nonostante le difficoltà non sanno pensare a un luogo migliore dove trascorrere la loro esistenza, così era per Luis Sepulveda, scrittore cileno che per lunghi anni fu costretto a vivere altrove da esiliato, senza poter tornare nella sua patria.

Luis Sepulveda, morto oggi a 70 anni a causa del Coronavirus.


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