giovedì 29 maggio 2008

Viaggio nel tempo.

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Il giro che mi sono fatto domenica 31 luglio 2005 è stato sotto diversi aspetti molto differente rispetto a tutti gli altri. Anche questa volta come così come tante altre in precedenza sono andato ad arrampicarmi su per i tornanti, in questo caso della vicina Svizzera, per aggiungere un altro "2000" al mio palmares, valicando il passo di Novena (Neufenenpass) di 2.478 mt, il più alto della confederazione.

La prima sostanziale differenza è stata nel fatto che questa volta non ero solo ma condividevo nuovamente la sella con mia moglie, che finalmente dopo tanti anni (...e due figli ormai non più piccolissimi) ha ritrovato la voglia di accompagnarmi. Tanto di cappello a Elena205, la mia consorte, che ha cominciato a lamentare qualche fastidio dovuto alla terribile sella dei vecchi PX soltanto intorno al 400tesimo chilometro...
Partiti di buon mattino dai dintorni di Varese, dopo aver traghettato a Laveno siamo sbarcati a Verbania e da lì ci siamo arrampicati alla volta del Sempione. Per me è una sorta di pellegrinaggio che se posso faccio tutti gli anni: mi piace constatare che la grande aquila di granito e sempre li, con il suo sguardo severo a scrutare la vallata. Scesi a Briga abbiamo preso a destra alla volta della cittadina di Sierre, che in realtà era il vero obbiettivo di questo giro, per un motivo che vi spiegherò più avanti.
Lungo la strada che attraversa il Vallese un simpatico diversivo a rompere la monotonia del fondovalle: una foratura. Mi fermo per cambiare la ruota in una piazzola dove la proverbiale efficienza elvetica fortunatamente fa cilecca facendomi trovare un bel materasso abbandonato dove sdraiare comodamente la Vespa. Dopo il pranzo a Sierre torniamo sulla strada già percorsa e questa volta arrivati a Briga lasciamo la via del Sempione alla nostra sinistra e continuiamo a risalire lungo la valle del Rodano. Il paesaggio è quello classico dell’ambientazione dei cartoni animati di Heidi: pinete lussureggianti, prati tanto curati che sembrano campi da golf (e in alcuni casi lo sono veramente). Da una parte la ferrovia con silenziosi e graziosi treni rossi e dall’altra la cremagliera a scartamento ridotto dei convogli che portano in quota. Mucche al pascolo con campanaccio d’ordinanza sparse qua e la... insomma, pura Svizzera al 100%! Per arrampicarsi al passo di Novena si imbocca al Val Bedretto. Sono 13 chilometri di salita che come sempre diventano estremamente affascinanti una volta superata la quota "arborea" intorno ai 2.000 metri. Lassù dove gli alberi non crescono più è sempre magico viaggiare e sul passo la morena del ghiacciaio è tanto vicina da far impressione.
Da li il nostro giro è un lungo rientro percorrendo la Val Leventina fino a Bellinzona, poi Lugano e da li a casa è un attimo. I bimbi sono a casa dei nonni che ci aspettano festanti: diventa sempre più difficile lasciarli a casa.

A proposito: volete sapere perchè sono andato a Sierre e perché ho titolato questo racconto "In viaggio nel tempo"? Dovete sapere che esattamente quarantanove anni e un giorno fa....
...da tempo sono alla ricerca di quella che fu la Vespa di mio padre, che è mancato ormai da qualche anno. Dopo l’entusiasmo iniziale mi sono reso conto che è molto difficile che io possa mai incontrare, non dico possedere ma almeno vedere quella Vespa. Sono riuscito a mettermi in contatto con la persona che acquistò quella Vespa da mio padre, ma purtroppo non ha saputo dirmi che fine abbia fatto. Ho preso contatto con i principali Vespa Club nazionali, ma purtroppo senza alcun riscontro. Si contano sulle dita di una mano quelli che mi hanno risposto. Visto che (per ora!) di tornare realmente in contatto con quella Vespa non c’è verso, ho pensato di farlo indirettamente. Ho qualche foto di mio padre vespista e in una di queste è ritratto da mia madre durante un loro viaggio dall’Italia alla Francia. Sul retro della foto e scritto a mano il nome di una località e una data.

Così, esattamente a 49 anni + 1 giorno di distanza sono riuscito a rifare la stessa fotografia, che dedico alla sua memoria.

mercoledì 19 marzo 2008

La Faro Basso di papà

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Anche la mia, come ogni fiaba che si rispetti comincia con un "C’era una volta..."e più precisamente con "C’era una volta una Vespa.... Ricordo che nel lontano 1981, con la certezza del mio primo stipendio comprai quello che ancora oggi è il mio PX. Non incontrai particolari resistenze da parte dei miei genitori, d’altra parte ero grandicello e pochi mesi dopo sarei stato maggiorenne, ma il parere dei genitori aveva comunque il suo peso. Mio padre oltre a essere d’accordo pareva quasi contento... questa comunque è una considerazione che mi sono trovato a fare molto tempo dopo e allora non ci feci caso più di tanto. Capitava che mio padre mi chiedesse come andava la mia Vespa, se mi piaceva andarci in giro. Venne fuori che anche lui ne aveva posseduta una, anni prima della mia nascita. La cosa fini lì, senza mai essere approfondita.

Nell’estate del 2002 feci un giro in Vespa di tre giorni tra Italia, Svizzera e Francia. Al ritorno ne parlai con mia madre, raccontandole che ero passato dal Sempione e lei se ne uscì tranquilla dicendomi: "Sai, anche io e tuo padre quando siamo andati a Parigi in Vespa siamo passati dal Sempione...". Inutile dirvi la valanga di domande che le feci a riguardo. Purtroppo papà ci aveva lasciato già da qualche anno, ma mia madre ricordava ancora i loro tempi di Vespisti, prima della nascita dei figli. Mamma ricordava che la Vespa fu venduta all’inizio degli anni ‘60: si ricordava che andarono a consegnarla insieme, direttamente a casa dell’acquirente perchè questi non poteva portarla in quanto non aveva la patente o qualcosa del genere. Da qualche parte doveva esserci qualche foto della loro impresa. Già, da qualche parte.
Tutto l’archivio fotografico di famiglia, dalla nascita di noi figli in poi era sufficientemente ordinato, ma non si poteva dire altrettanto del periodo precedente. In un armadio in casa di mia madre ci sono due grosse scatole di cartone che contengono centinaia di piccole stampe in bianco e nero tutte mischiate tra loro. Pescando a caso spuntano avi dai baffi a manubrio e immagini del tempo di guerra con un giovane futuro papà in mezzo ad altri commilitoni. Non mi piaceva l’idea di andare a scavare in un passato non completamente mio e capivo che mia mamma non se la sentiva di farlo. Questo fino a qualche giorno fà. Ero andato a trovarla e siamo finiti a parlare del fatto che da poco posseggo anche un’altra Vespa oltre al PX. Quand’ecco mia madre alzarsi e andare a pescare da quell’armadio quelle famigerate scatole. Ci siamo messi a spulciarne insieme il contenuto. Un viaggio indietro nel tempo che è durato tutto un pomeriggio. Alla fine siamo riusciti a recuperare alcune foto dove compare la Vespa di mio padre. In una di queste la Vespa compariva sullo sfondo, e in quell’immagine era ben leggibile la targa.
Da quel momento l’insana idea di cercare di tornare almeno in contatto con quella Vespa, se non proprio di tornarne in possesso ha cominciato a frullarmi in testa.


venerdì 17 settembre 2004
Senza alcuna superstizione quest’oggi mi sono recato al PRA a fare una visura. La Vespa purtroppo risulta radiata d’ufficio nell’agosto dell 1988. Che emozione comunque guardare la fotocopia del documento che mi hanno rilasciato, compilato a mano con tutti i dati di mio padre. Da quel documento ho appreso che il 24 marzo 1961 (...probabilmente solo pochi giorni dopo aver saputo di essere in attesa di mio fratello maggiore!) mio padre aveva venduto per 20.000 lire la sua Vespa a un certo signore residente in città. Stando ai documenti oggi quell’uomo dovrebbe avere poco più di sessant’anni. La via dove risiedeva la conosco bene, una strada periferica che mi capita di percorrere. Non ho resistito e ci sono andato subito. Una porzione di una grande casa, con un suo giardino e l’ingresso indipendente... e la targhetta sul campanello riportava ancora lo stesso nome e cognome dell’acquirente della Vespa! Suonando il campanello mi veniva la pelle d’oca... sapevo che era impossibile ma cercavo di convincermi che nel giro di poco magari avrei potuto sedermi sulla Vespa di mio padre. Mi viene incontro al cancello un signore cordiale; mi presento e gli spiego il motivo della mia visita. Mi ha dato l’impressione che gli avesse fatto un gran piacere avere l’occasione di ripensare a quei tempi. La Vespa gli era stata regalata da suo padre per i suoi vent’anni; l’aveva fatta intestare direttamente a lui e gliel’aveva fatta trovare in garage (ricordate? mamma e papà che avevano dovuto portargliela a casa...). Era emozionante scoprire che i pezzi combaciavano, ma purtroppo però di dove fosse finita la Vespa non seppe dirmi granchè. Mi disse che dopo diversi anni si era comprato una Lambretta 175 e mi precisò che poi se ne pentì, perchè anche se era più potente "non era la stessa cosa". Purtroppo la Vespa non sapeva proprio che fine avesse fatto: rassegnato e deluso sono tornato a casa.

lunedì 20 settembre 2004
Sono tornato al PRA per un secondo tentativo, per chiedere se ci fosse modo di sapere se delle volte fosse stata reimmatricolata: sul documento che mi avevano rilasciato compaiono infatti sia il numero di motore (0108229) che quello di telaio (0108311). L’impiegata mi ha spiegato che loro non avevano possibilità per questo genere di ricerche e che forse "magari conoscendo qualcuno alla Motorizzazione" si potrebbe scoprire qualcosa. Purtroppo alla Motorizzazione non conosco proprio nessuno, ma ho deciso di tentare un’altro tipo di ricerca: su internet.
e a questo punto ho pensato di rivolgermi anche a voi e raccontarvi questa storia, per vedere se delle volte qualcuno può darmi qualche informazione su quel modello di Vespa, per conoscerlo meglio. O se qualcuno potesse consigliarmi su come muovermi per continuare la mia ricerca. Mi rivolgo anche ai vari Vespa Club sparsi nella penisola, nelle cui fila dovesse esserci qualche fortunato possessore di una Vespa dello stesso modello: nel rispetto della legge sulla privacy mi farebbe piacere sapere se quella Vespa c’è ancora e magari poterla vedere dal vivo.

Ringrazio tutti per l’attenzione e riepilogo i dati della Vespa:

cilindrata: 125 cc
motore n. 0108229
telaio n. 0108311
Targa: VA 35977 (radiata nel 1988)
segni particolari: dalle foto, sullo scudo era applicata una decorazione con un cavallino
rampante nero (tipo quello della Ferrari).