martedì 29 marzo 2016

Quattro scodelle di porcellana bianca.

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Pane, prosciutto, Vespa e Lambrusco sono gli ingredienti di un racconto sull'amicizia.
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C'è il pane, c'è il prosciutto, c'è il vino e c'è pure un bel mazzo di fiori. Ci sono anche le quattro scodelle di porcellana bianca, e tutto è apparecchiato alla buona su una tovaglia a quadri, stesa a terra. Delle pietre agli angoli del tessuto impediscono al vento di portarsela via. Sul far della sera l'aria calda sale dalla costa e scala la montagna, da est come da ovest, e quando le correnti si scontrano si alza un vento sgarbato e dispettoso. Arrivare quassù in Vespa è puro divertimento, su questo eravamo sempre stati tutti d'accordo. Ci conosciamo da anni proprio grazie alla comune passione per la Vespa. Siamo tutti della zona ma di paesi diversi, ciascuno col suo lavoro e per tutti noi, altra cosa in comune, più di una professione di cui vivere il lavoro è una passione che da senso alla vita.

Aldo, guai a chiamarlo salumaio!, si definisce un artista del prosciutto: lo taglia a mano, sottile sottile. Dei veli di miele che si sciolgono sul pane che Mario, fornaio, lavora nel suo forno. Lo stesso dove prima di lui ha impastato e cotto suo padre e prima ancora suo nonno. Ivan coltiva e trasforma il frutto nobile della terra: le uve della sua vigna, una volta pigiate, entrano in cantina per uscirne imbottigliate a nuova vita come lambrusco scuro. Ne amabile ne secco, scuro, a tappo raso.

La nostra amicizia cominciò quassù, nel paese disperso sui monti dove c'è la mia officina di meccanico nostalgico che non si rassegna al nuovo che avanza, ostinato nel mantenere in strada veicoli che han già dato tanto e che tanto altro possono ancora dare. E cosa, meglio di una vecchia Vespa, risponde a queste caratteristiche? Aldo, Mario e Ivan con le loro Vespa stagionate oltre il ragionevole non mi hanno mai fatto mancare l'occasione di sporcarmi di morchia!

Il tragitto che dalla pianura porta ai monti va goduto tutto, chilometro dopo chilometro. A loro, gente della bassa, le strade di montagna mettono soggezione, con quelle curve che si susseguono contorte e non sai mai cosa puoi trovarci dietro, ben diverse dai drittoni di pianura, spaccati dal sole in estate e fagocitati dalla nebbia in inverno.
« Aria, sole e nebbia! », Aldo lo dice tutte le volte « sta tutto in questi tre ingredienti il segreto del prosciutto! Te puoi prendere il maiale più bello, tirarlo su a caviale e champagne e massaggiargli le chiappe col rosolio, ma se non sei di qua, se non hai da farlo stagionare con l'aria calda di questo sole e umida di queste nebbie a ghè gnènt da fer! ».
E al solito Mario ribatte:
« E l'acqua? La nostra acqua? Guarda che l'acqua è mica tutta uguale sai? Ci son quelli che diventan matti perché la pagnotta non gli vien su bene e dan la colpa alla farina, ma è mica vero sapete? É l'acqua! ».
A dirla tutta io non l'ho mai trovato così meraviglioso 'sto clima dei miracoli, che in officina finiva per farmi trafficare con un caldo porco in estate e un freddo da castigo in inverno.
« Va là, va là!, che l'acqua fa la ruggine! » scherza Ivan « 'scolta me... a l'è mei el lambrusc! » e mentre versa il vino precisa « da bere rigorosamente nella scodella bianca, che se non fa la riga sulla porcellana a l'è mia bòn! ».
Mario lo guarda e sorride: « Non fiori ma opere di bene! Ivan, sposta i crisantemi quando hai finito col vino, che mi serve spazio per tagliare il pane ».
« Petta n'attimo! Prima di mangiare facciamo un bel brindisi al nostro meccanico! »
Le scodelle si alzano al cielo e Aldo prende la parola:
« Alla tua amico mio! » e gli altri di rimando: « Alla tua! », « Alla tua! », poi con una sorsata vuotano le scodelle.
La mia scodella è rimasta sulla tovaglia. Aldo scuote il capo e la prende tra le mani. Lentamente, con gesto solenne, ne vuota il contenuto al suolo e la terra, smossa da poco, lo assorbe subito.
« E adesso? Chi ce le ripara le nostre Vespa adesso? Ci hai fatto proprio un bello scherzo... che la terra ti sia lieve amico mio! ».

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Nel 2013 questo racconto ha vinto il Premio Eno Letterario Santa Margherita, indetto in collaborazione con Feltrinelli (giuria: Inge Feltrinelli, Neri Marcorè e Monica Guerritore).

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