Il miglior compagno di viaggio che si possa avere è un libro.
LE INFINITE STRADE DELLA VESPA
Piccole ruote per andare lontano
"Arrivare in sella al mio vespone là «dove il mondo finisce» avrebbe potuto essere una bella conclusione per la mia favola di vespista, ma
così non è stato, perché come in ogni favola che si rispetti anche la mia ha una morale: è solo tenendosi stretti a quel filo sottile che ci lega al
nostro passato che si può arrivare lontano".
Chilometri di Parole in Vespa
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"La Patagonia è un amante difficile. Lancia il suo incantesimo. Un'ammaliatrice! Ti stringe tra le sue braccia e non ti lascia più." da "In Patagonia" di Bruce Chatwin
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"...avevo l'ingenua convinzione che scrivere dovesse essere facile. Pensavo che le parole dovessero venir fuori spontaneamente. Non mi passava per la mente che gli errori erano dei gradini per arrivare alla verità..."
"Posso dirti una cosa?" - fece il prete. - "Sai perché Dio ha inventato gli scrittori? Per farsi raccontare una bella storia. E non gliene frega niente della parole. Le parole sono la cortina che abbiamo messo tra Lui e il nostro vero io. Cerca di non pensare alle parole. Non intestardirti sulla frase perfetta. Non esiste. La scrittura è un'opera di congettura. Ogni frase è un'ipotesi sensata, tua e del lettore. Pensaci, la prossima volta che infili un foglio nella tua macchina da scrivere."
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"Ogni libro è un miracolo" diceva Bill." Ogni libro rappresenta un momento in cui una persona in silenzio - e quel silenzio è parte del miracolo, ricorda - cerca di raccontare a tutti noi una storia."
Molto prima della Milano da bere che oggi in tanti, forse, vorrebbero dimenticare, c'è stata un'epoca in cui Milano non era una città "da bere" ma piuttosto dava da mangiare a tanta gente.
Era un periodo in cui, da poco usciti dalla seconda guerra mondiale, viste le condizioni in cui era ridotto il capoluogo meneghino, ci si sarebbe aspettati di fare la fame.
Milano invece seppe sopravvivere a se stessa, diventando il volano da cui di fatto prese il via il cosiddetto miracolo italiano.
L'autore riesce a far rivivere quei giorni raccontandoli sia in prima persona che attraverso lo sguardo delle persone che hanno condiviso con lui quel periodo. Il pregio è esserci riuscito senza cadere nella facile nostalgia che ci si potrebbe aspettare.
Cinquanta capitoli, cinquanta sfumature di luce che illuminano i personaggi che animano queste pagine dando alla città di Milano una dimensione umana che non ti aspetti.
Perché se è vero che a Milano si è lavorato e si lavora, e tanto, è anche vero che a Milano ci si può innamorare e che di Milano ci si può innamorare.
Le "luci di Milano" sono qualcosa di cui non è facile accorgersi, per questo sono importanti pagine come queste, scritte come si deve, che riescono nell'intento di illuminare lo sguardo del lettore più distratto.
Negli anni '70 Roberto Vecchioni seppe commuovere l'Italia cantando le "Luci di San Siro".
Oggi ad accendere le "Luci a Milano" è Pierfranco Faletti.